Arturo Testa

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Arturo Testa
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Periodo di attività musicale1957 – 1970
Album pubblicati2

Arturo Testa (Milano, 15 agosto 1932Milano, 12 maggio 2021[1]) è stato un baritono italiano, famoso dagli anni cinquanta.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato come cantante lirico (aveva studiato con il baritono Carlo Tagliabue), nel 1953 debutta nel mondo della canzone italiana. Partecipa a Il Musichiere, a Canzonissima, al Festival di Napoli e a cinque edizioni del Festival di Sanremo. Il suo stile, il colore della voce, il sound ricordano il crooner afroamericano Billy Eckstine che, all'epoca del debutto di Testa, in America era ai vertici delle classifiche jazz e pop. Nel 1962 partecipa al Gran Festival di Piedigrotta. Nel frattempo prende parte a molte opere liriche al Teatro alla Scala.

Nel 1959 si classifica secondo a Sanremo con Io sono il vento, una canzone dal ritmo esplosivo composta da Fanciulli e Testoni presentata assieme a Gino Latilla che impressionò molto il pubblico sanremese. Vince poi la prima edizione del Burlamacco d'oro con Un'ora con te (insieme a Sergio Endrigo, con Notte lunga notte).

Negli anni settanta torna a dedicarsi alla musica lirica.

Nel 1996, al Teatro Romano di Verona, assieme a Paola Lorenzi interpreta Mister O di Giorgio Gaslini, prima opera jazz italiana, rivisitazione moderna di Otello.[2]

Nel 2001 si candida alle elezioni comunali a Milano per la carica di sindaco, sostenuto dal Partito Pensionati. Otterrà lo 0,78%.

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

33 giri[modifica | modifica wikitesto]

25 cm[modifica | modifica wikitesto]

45 giri[modifica | modifica wikitesto]

45 giri Flexy-disc[modifica | modifica wikitesto]

Sono incisi da un solo lato e allegati in omaggio alla rivista Il Musichiere:

EP[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Arturo Testa partecipò nel 1965 e 1966 alla serie di sketch della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello che promuovevano il panettone Wamar della Gaslini.

Varietà radiofonici Rai[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] "corriere.it", "13 maggio 2021"
  2. ^ Giorgio Gaslini / Official Website, su giorgiogaslini.it. URL consultato il 12 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Sciotti, Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981, ed. Luca Torre, 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN142306738 · ISNI (EN0000 0000 9637 8374 · BNE (ESXX1776984 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-142306738